La ripresa è iniziata, ma lentamente. A fine maggio solo due terzi dei gestori hanno dichiarato di essere operativi e uno su quattro lo era al 100%.
I primi a riaprire sono stati i bar diurni (8 su 10); più cauti i gestori di bar serali e i ristoranti (6 su 10), che hanno modelli di business più complessi e costi fissi legati alla riapertura più alti. Solo due hotel su dieci, infine, hanno riaperto, complice l’incertezza sulla normativa. È quanto emerso dall’indagine on line condotta da TradeLab in collaborazione con Bargiornale e Ristoranti.
Siamo dunque lontani dal pieno regime e i consumatori sono ancora cauti nei loro comportamenti. Malgrado ciò e malgrado le restrizioni e gli aiuti non ancora pervenuti,
i gestori stanno intervenendo su differenti fronti per affrontare la nuova normalità: ridefinizione degli orari di apertura per fare saving o aumentare la capacità produttiva, interventi sul menu per ottimizzare i processi produttivi, approvvigionamenti e riduzione gli sprechi, digitalizzazione dei processi per ottimizzare i tempi del servizio e aumentare le rotazioni, investimenti su social per mantenere viva la relazione con i clienti e rassicurarli.
Ma non basta! Oggi più che mai è importante che tutti gli attori della filiera dei consumi fuori casa - punti di consumo, intermediari e aziende di produzione - trovino soluzioni comuni per rilanciare i consumi e sostenere gli operatori del settore maggiormente colpiti da questa crisi con la convinzione che terminata questa emergenza il mercato del fuori casa tornerà a crescere.