Pambianco: il futuro del Wine & Food italiano

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Le previsioni di crescita dei mercati occidentali sono influenzate dall’incertezza del contesto attuale

Durante la seconda edizione del Wine & Food Summit, tenutasi a Milano, a Palazzo Mezzanotte,  Pambianco – società specializzata nei settori Fashion, Design, Beauty, Hotellerie e Wine & Food, ha proposto una serie di approfondimenti sulle sfide che il settore si trova oggi ad affrontare tra: post-pandemia, inflazione, aumento dei costi, guerre e instabilità politica.

Dopo il saluto di David Pambianco, ceo di Pambianco e moderatore della giornata, i lavori
si sono aperti con l’intervento di Alessio Candi, consulting e M&A director di Pambianco,
che ha presentato la ricerca “Il futuro del Wine & Food italiano tra crescita
Internazionale e premium” in cui analizza l’andamento nel nostro Paese dei segmenti wine e ristorazione selettiva.

Con un valore di produzione pari a 11,6 miliardi di euro di cui 7,3 miliardi di export, il mercato del vino italiano ci vede primi a livello mondiale nella classifica di produzione per volumi (20% della produzione totale) seguiti da Francia e Spagna (14% ex aequo). Con un consumo interno di 4,7 miliardi nel 2021, in linea rispetto
all’esercizio precedente, sono le esportazioni a dare maggiori soddisfazioni al comparto
registrando una crescita aggregata del 4,4% dal 2017 al 2021, che ha subito
un’accelerazione a +12,5% nel 2021 vs 2020.

L'export

Primi mercati per le nostre esportazioni sono Usa, con il 24% del totale e in crescita di oltre l’11%; Germania, che vale il 16% delle esportazioni ma registra un leggero calo del 2,2% e Regno Unito che, pesa oggi per il 10% ma cresce del 30,7%.
Anche il processo di aggregazione ed il tema dimensionale è certamente oggetto di attenzione in un settore dove le prime 10 aziende fatturano oltre 3 miliardi di euro, pari al 27% della produzione italiana. Il loro fatturato è cresciuto del 12% annuo (era 2,5 miliardi il loro fatturato aggregato nel 2019) anche grazie alle acquisizioni effettuate in questi anni, a dimostrazione del processo di concentrazione in atto.

La ristorazione selettiva

Per quanto concerne invece la ristorazione selettiva nel nostro Paese, che registra nel 2021
16 miliardi, in ripresa dell’8% sul 2020 ma ancora lontana dai 21 miliardi del 2019, ci
posizioniamo al terzo posto per numero di ristoranti stellati dopo Francia e Giappone. Le prime 5 regioni per numero di stellati valgono il 60% del totale e sono: Lombardia (15), Campania (13), Piemonte (12), Toscana (10) e Veneto (10). La dimensione media delle aziende di ristorazione selettiva è invece ancora molto piccola con le prime 5 aziende che fatturano in aggregato circa 70 milioni nel 2021 e un processo di apertura di capitali e concentrazione ancora solo agli inizi.

Inflazione e riduzione dei consumi

In Italia, inflazione e riduzione dei consumi in Italia sono le sfide in atto per le aziende.
Per il 2022, le attese per il consumo italiano sono di un -2% per il vino a 4,6 miliardi (lontani dai 5,2 pre-Covid del 2019) e di un +15% per la ristorazione
selettiva a 19 miliardi (rispetto ai 21 pre-covid del 2019)

L'orientamento del consumatore post-pandemico

Secondo Omar Cadamuro, partner PwC Italia, il ritorno alla socialità ha favorito la ripresa dei consumi che, tuttavia, è ancora rallentata dall’inflazione, riducendo così le prospettive di crescita del settore nei mercati occidentali. Secondo l’ultima Global Consumer Insight Survey di PwC, condotta a giugno 2022, la metà dei rispondenti si aspetta una maggior spesa in beni alimentari (+10% rispetto a due anni fa) e meno in beni non essenziali come abbigliamento ed elettronica. Nonostante lo scenario di incertezza, il consumatore post-pandemico si riconferma propenso all’acquisto consapevole: per il 38% del panel cresce la disponibilità a pagare di più per i prodotti locali, premiando anche eventuali certificazioni in etichetta, in particolare per il settore del vino. La ricerca dell’offerta migliore e della consegna veloce favorisce inoltre l’acquisto omnichannel: l’81% dei rispondenti ha affermato di aver comprato in almeno 3/4 canali diversi negli ultimi sei mesi.
La sfida per le aziende è rappresentata dunque dalla necessità di servire consumatori
sempre più attenti e informati in un contesto dominato dalla pressione sui costi e dalla
difficoltà di approvvigionamento.

Walter Ricciotti, ceo Quadrivio Group e managing partner Made in Italy Fund,
ha presentato un intervento sul crescente interessa del Private Equity per il settore del vino, in particolare per il vino italiano, conosciuto e apprezzato a livello internazionale. L’analisi mostra la necessità del settore, oggi più che mai, di investire nella crescita dimensionale delle cantine attraverso operazioni di M&A e di consolidamento, oltre che promuovendo la quotazione in borsa delle stesse. Come conferma la strategia di sviluppo di Prosit, partecipata di Made in Italy Fund, che ha all’attivo 6 add-on: 5 cantine e un distributore di vini nel mercato Usa, il Private Equity continuerà nei prossimi anni a essere per il settore uno dei principali motori di aggregazione, non solo attraverso l’offerta di risorse finanziarie, ma anche di competenze specifiche. Il fondo ha investito anche in xtraWine, sito ecommerce per la vendita e distribuzione di vini. Un’acquisizione che rispecchia il trend di mercato che vede la vendita dei vini on line in crescita e con ampio potenziale di sviluppo nei prossimi anni.

 

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