In che modo la televisione trasforma il messaggio comunicativo del cibo e della cucina? Che rapporto si crea tra cucina, cibo e televisione?
Se n'è parlato in modo molto diretto e stimolante alla Fondazione Gualtiero Marchesi, a Milano. L’incontro era previsto dal calendario de “I Martedì di Bonvesin de la Riva” che si tengono una volta al mese presso la sede della Fondazione in via Bonvesin de la Riva n.5, Milano.
Sono intervenuti: Salvatore de Riso, maestro pasticcere e volto televisivo, Riccardo Monco, chef Enoteca Pinchiorri e personaggio televisivo, Anna Sfardini, direttore del Master “Fare TV – Management del broadcasting e dello Streaming” dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Davide D’Addato, autore televisivo e conduttore radiofonico. Gi ospiti sono stati introdotti da Enrico Dandolo, Presidente Fondazione Gualtiero Marchesi e moderati da Carla Icardi, Direttore Accademia Gualtiero Marchesi.
Enrico Dandolo ha introdotto l’incontro raccontando un momento storico del Maestro che negli anni ‘90, insieme al suo giovane allievo Davide Oldani, portava in TV la cultura della cucina attraverso la spiegazione di alcune ricette nel programma RAI “E’ sempre mezzogiorno”. E' poi intervenuta Carla Icardi con una domanda iniziale a Riccardo Monco:
«Perché hai accettato di partecipare al programma Celebrity Chef condotto da Alessandro Borghese? Hai mai pensato che questa avventura avrebbe potuto modificare il percepito che la gente aveva di te e della tua professionalità?»
La risposta è stata: «Perché mi piacciono le sfide e mettersi in gioco senza la giacca da cuoco era qualcosa che mi intrigava molto».
Un’esperienza molto interessante che ha mostrato come la cucina sia una cosa seria e anche nella cucina casalinga la professionalità fa la differenza.
Molto interessante la visione storica della cucina in TV ricordata da Anna Sfardini, dal
programma di Mario Soldati, “Viaggio nella Valle del Po” che aprì la cucina italiana alla
televisione enfatizzando l’importanza del cibo, non più visto come fonte di sopravvivenza ma come cibo che racconta l’Italia e la sua storia, ricercando la genuinità del prodotto.
Davide D’Addato ha posto invece l’attenzione sul programma Masterchef di cui lui è uno degli autori, dove i cuochi sono considerati delle star della televisione, parlando del successo di questa trasmissione che “racconta in modo diretto le storie di personaggi e la loro evoluzione trattando anche dei prodotti e dei territori”.
Il programma è cambiato dalla prima edizione ad oggi, dalle cucine un po' marziali delle prime edizioni, con piatti che volavano e un clima molto teso, si passati a una realtà molto più equilibrata, più realistica.
Nelle prime edizioni il vincitore apriva quasi sempre un ristorante mentre negli ultimi anni i vincitori il più delle volte scelgono di fare gli chef a domicilio o diventano degli influencer, cucinando sui social.
Giunto alla quattordicesima edizione mantiene ancora il primato di audience come
trasmissione di cucina.
Salvatore de Riso, considerato “l’Angelo dei dolci” e uno dei più grandi pasticceri d’Italia,
ha raccontato la sua esperienza di vita: a 21 anni decise di seguire la sua passione e aprì il suo primo laboratorio di pasticceria trasformando la produzione tradizionale della pasticceria campana. Nei primi anni 2000 lavorò per il maestro Gualtiero Marchesi, realizzando per lui delle monoporzioni di dolce per la compagnia Costa Crociere. Un ricordo indelebile per lui, come l’incontro con Marchesi nel suo laboratorio di pasticceria.
Importante la sua testimonianza legata alla figura di testimonial per aziende alimentari che
sceglie solo in base alla qualità dei loro prodotti e non al peso economico dell’offerta
ricevuta.
La serata si è conclusa con un tradizionale brindisi offerto da Classy Wines di Sauternes 2020 Carmes de Rieussec, di proprietà di Baron Rotschild-Lafitte che ha accompagnato una fetta di panettone “Milanese” realizzato da Salvatore de Riso.