
Ci troviamo in una delle aree delle Toscana in cui il biologico è il modus operandi della maggior parte delle aziende vinicole. Panzano, dove risiede l’azienda Le Cinciole, fa parte del Biodistretto del Chianti, un’area geografica in cui agricoltori, operatori turistici, associazioni e amministrazioni pubbliche collaborano per la sostenibilità delle risorse locali, promuovendo l’agricoltura biologica come modello di produzione e consumo. Questo distretto comprende i sette comuni di Barberino Tavarnelle, Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Radda e San Casciano Val di Pesa. A Panzano il 90% delle vigne è a biologico, grazie anche all’impegno della locale Unione Viticoltori, un’associazione di 22 produttori che da oltre trent’anni tutela il territorio e promuove pratiche sostenibili.
L’Unione Viticoltori di Panzano
L’azienda Podere Le Cinciole, tra le fondatrici dell’Unione Viticoltori di Panzano, è stata una delle prime ad applicare sistemi eco-compatibili e ad ottenere la certificazione bio. Luca Orsini, titolare della cantina insieme alla moglie Valeria Viganò, è presidente del Biodistretto del Chianti. Le Cinciole rappresenta un esempio di eccellenza nel rispetto della tradizione e dell’ambiente.
Fondata negli anni ‘90, si estende su 30 ettari, di cui 10 dedicati ai vigneti attorno ai quali crescono 1.000 piante di olivo con cui si produce l’extravergine, mix di Frantoio, Moraiolo, Corregiolo e Leccino. Le vigne, situate tra i 430 e i 500 metri di altitudine e con un’esposizione a sud-est, beneficiano di terreni composti da scisti argillo-calcarei su roccia madre di pietraforte. Le Cinciole, adottando da sempre pratiche di viticoltura biologica e biodinamica, evita l’utilizzo di concimi chimici e di pesticidi. Per mantenere e incrementare la fertilità del suolo utilizza ammendanti organici e compost derivato dai residui di potatura.
Per la protezione delle viti adopera con moderazione sali di rame e zolfo naturale, supportati da prodotti naturali come alghe, argille, propoli ed estratti vegetali. Questa attenzione alla sostenibilità si riflette anche nella cantina, dove le fermentazioni sono spontanee, e nell’energia, che proviene da un impianto fotovoltaico che ha reso l’azienda totalmente autosufficiente.
La gestione del suolo
«La sempre maggiore diffusione del bio - dice Orsini - sta portando a un diffuso miglioramento della gestione del suolo e degli agroecosistemi del Chianti e sta favorendo la diffusione di buone pratiche anche nelle aziende inizialmente meno interessate. Nel territorio del Distretto sono presenti 9.145 ettari di colture bio, pari a circa il 47% della superficie agricola utilizzata. Per quanto riguarda più strettamente la superficie a vigneto della Docg Chianti Classico il 52% dei vigneti è ad oggi condotto con il metodo Biologico».
E i vini? Un Rosato, il Chianti Classico annata, il Chianti Classico Aluigi Gran Selezione e due rossi Igt, il Petresco, 100% Sangiovese, e il Camalaione, Cabernet-Sauvignon e per il 30%, Syrah e Merlot.
Tra gli assaggi il Chianti Classico annata resta tra quelli più sorprendenti. Ottenuto da uve Sangiovese per il 98% e Canaiolo per il 2%, fermenta spontaneamente in cemento ed affina per 12 mesi in botti di legno e 12 mesi in cemento. E poi il rosato di Le Cinciole, che fermenta ed affina per 3 mesi in acciaio inox, ed è uno splendido esempio di questa tipologia ottenuta da uve sangiovese. Si distingue per il colore rosa cerasuolo e al naso rivela profumi di fragola e lampone, salvia, erbe aromatiche e leggere note balsamiche. ≈
L'intervista
Luca Orsini, Presidente del Biodistretto del Chianti e titolare de Le Cinciole
Come nasce il Biodistretto?

Il Biodistretto del Chianti nasce come naturale sviluppo del Biodistretto di Panzano, il primo biodistretto vinicolo in Italia, e quello di Gaiole in Chianti nato un anno dopo. Il Distretto Biologico è un punto di arrivo e segue più strettamente le norme della Legge emanata dalla Regione Toscana per regolamentare gli stessi.
Che differenza c’è tra biodistretto e distretto biologico?
Il Biodistretto è un’associazione privata costituita da aziende agricole, cittadini e altri con l’obbiettivo di diffondere il biologico mentre Distretto Biologico è un accordo territoriale fra l’associazione Biodistretto e le amministrazioni dei 7 comuni del territorio, ed è una forma di aggregazione ufficialmente riconosciuta dal Ministero dell’Agricoltura e dalla Regione.
Quali attività svolge?
Internamente il Biodistretto organizza eventi formativi e di scambio di buone pratiche fra aziende associate, intercettando anche fondi specifici. Verso il pubblico svolge attività di informazione e divulgazione sui temi ambientali, negli ultimi anni incentrata in particolar modo sulla tutela delle api e degli impollinatori.
Progetti prossimi per il biodistretto?
È appena partito il progetto biennale “Terre Bio del Chianti”, che finanzierà nel territorio del Distretto Biologico numerose attività di formazione gratuita, permetterà ad alcune aziende di beneficiare di consulenza agronomica e sosterrà attività di promozione a livello locale, nazionale ed internazionale.