Anche il pos è diventato più smart

Mature woman paying bill through smartphone using NFC technology in a restaurant. Satisfied customer paying through mobile phone using contactless technology. Close up hands of mobile payment at a coffee shop.
I pos tradizionali stanno velocemente cedendo il passo ai nuovi modelli che consentono all’esercente di accettare pagamenti contactless e di migliorare la gestione del punto vendita

I pagamenti digitali sono in crescita, le persone si sono abituate a pagare con lo strumento che considerano più comodo e si moltiplicano gli strumenti e le soluzioni che possono essere utilizzati: dalle carte di debito (bancomat) a quelle di credito, alle prepagate, agli smartphone, ai wearable, come gli smartwatch. Insomma il contactless (carta o smartphone) è sempre più usato.

I dati indicano che i pagamenti digitali in Italia sono in crescita; nel 2023 sono stati 444 miliardi di euro (+12% rispetto al 2022), di cui 436 miliardi con carte (dati dell’Osservatorio pagamenti digitali del Politecnico di Milano).

Cambiano i modi con cui le persone scelgono di effettuare i pagamenti e cambiano gli strumenti che possono accettare i pagamenti stessi. Nel 2023 in Italia sui 945mila terminali attivi i pos tradizionali erano il 60%, i mobile pos il 30%, il resto erano smart pos. Crescono i pagamenti digitali e diminuisce il valore dello scontrino medio, con il contactless che è arrivato a circa 29 euro e quello dei wearable a circa 32 euro.

Pagamenti digitali sempre più diffusi

Secondo la società di ricerche Ipsos gli strumenti di pagamento digitale sono sempre più diffusi e chi li possiede ha la tendenza a usarli spesso; a vincere è la comodità. Si tratta di nuovi strumenti e nuove soluzioni che si stanno diffondendo grazie anche all’aumento del livello di sicurezza dei pagamenti.

Se la normativa spinge per l’adozione dei pos, le fintech internazionali (società finanziarie che basano la loro offerta su tecnologie digitali), ormai saldamente presenti nel mercato italiano, offrono soluzioni più versatili e costi del dispositivo ridotto per incentivare il passaggio verso i mobile pos.

Evoluzione dei pos

L’evoluzione dei pos è stata all’insegna della facilitazione e della semplificazione dei pagamenti; si è passati da strumenti progettati per essere collocati vicino alla cassa, come i pos tradizionali, a dispositivi, come i mobile pos, gli smart pos, arrivati sul mercato nel 2019, che possono essere integrati con altri applicativi da utilizzare nella gestione del punto vendita.

Gli smart pos sono basati sul sistema operativo Android e aprono la strada a una convergenza dei sistemi dei registratori di cassa con gli smart pos. Attraverso questi ultimi l’esercente può scegliere le app di pagamento che vuole accettare, gestire il magazzino, effettuare l’ordine e il riordino automatico della merce, avere il tracciamento dei prodotto, fare attività di marketing rivolte ai clienti, generare QR code in automatico, proporre sconti ai clienti.

Altre applicazioni consentono l’uso dello smart pos per gli ordini al tavolo, la consegna dell’ordine e il pagamento. Un esempio è l’applicazione della start up milanese Qromo; un sistema di ‘order & pay’ direttamente da un Qr code che si può trovare sul tavolo e leggibile con lo smartphone. Il cliente può leggere il menu, fare l’ordine, farsi portare cibo e bevande o ritirarli quando sono pronti e pagare direttamente dal suo tavolo.

Smart pos strumento di ilavoro

Lo smart pos da strumento da usare nei pagamenti e nell’accettazione delle carte può quindi diventare uno strumento di lavoro che assiste e aiuta l’esercente e nella gestione del punto di vendita. Si pensi, per esempio, all’evoluzione di Sumup, che da semplice strumento di pagamento, oggi offre pos mobili che possono essere trasportati ovunque e che si collegano tramite bluetooth a smartphone o tablet e permettono ai commercianti di accettare pagamenti digitali anche per le cifre più piccole, senza contratti e canoni fissi. O ai registratori di cassa multifunzione, che consentono di gestire in modo integrato attività che vanno dalla elaborazione degli ordini, alla gestione del magazzino, ai report per tenere sotto controllo la contabilità.

Satispay è un altro esempio di come nuovi protagonisti escono dagli schemi e riescono a cambiare modelli di pagamento che sembravano consolidati. L’ultima frontiera dell’accettazione dei pagamenti sono i software pos, che consentono al commerciante di accettare pagamenti contactless direttamente dal proprio smart o tablet dopo avere installato il software del fornitore di servizi. Le prime applicazioni sono state lanciate in Europa nella metà del 2023 e alla fine dell’anno la prime soluzioni sono state proposte in Italia. Worldline ha proposto top on mobile (tom) in partnership con il Banco Desio e con Bnl Bnp Paribas, progettato per accettare piccoli importi semplicemente con un “tap” della carta di credito o di debito o di un wallet virtuale.

Rch Pay è il primo sistema di pagamento tap to phone sviluppato da Rch in collaborazione con Visa. Sempre nel 2023 Nexi ha presentato Nexi SoftPos, una app che gli esercenti possono scaricare sul proprio smartphone e che permette l’incasso, una soluzione adatta per i pagamenti al tavolo nei bar, nei punti di ristorazione, nel delivery, nei mercati rionali. L’app accetta tutti i tipi di carte contactless. Nel maggio 2024 Tap to Pay di Apple è arrivato su iPhone.

Quello dei pagamenti digitali è un mondo in continua evoluzione, spinto dallo sviluppo delle tecnologie e dall’aumento della competizione grazie all’ingresso sul mercato di società internazionali che hanno modelli di business più snelli di quelli delle banche tradizionali. Uno dei risultati è la riduzione dei costi degli strumenti e dei servizi che vengono offerti.

 

Perché il cashless piace agli italiani

di Giuseppe Stabile

Italiani sempre più innamorati dei pagamenti digitali. Un amore scoccato con un certo ritardo rispetto agli altri Paesi dell’Unione (siamo al 24° posto su 27 per l’uso della moneta digitale nella classifica della Bce), ma che si consolida di anno in anno. A raccontarci questa passione è il nuovo rapporto dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, che fornisce il quadro dell’andamento del mercato dei pagamenti digitali nel 2023 e dell’evoluzione delle abitudini di acquisto.

L’anno scorso i pagamenti digitali (in negozio e online) con carta e wallet hanno raggiungeto un valore di 444 miliardi di euro, il 12% in più sull’anno precedente, rappresentando il 40% del totale del transato e confermandosi al secondo posto tra i metodi di pagamento più utilizzati in Italia, dietro al contante, 44% (-1% sul 2022). «L’incremento è stato più contenuto rispetto a quello del biennio post Covid 2021-2022, che ha sancito un cambiamento strutturale nei comportamenti dei consumatori, imprimendo una forte accelerata all’uso della moneta digitale, cresciuto in quegli anni, rispettivamente, del 18 e del 23% - spiega Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio del Politecnico -. Ripetere quelle performance è difficile, anche perché la base di partenza è sempre più alta, mentre stiamo lentamente tornando verso i ritmi di crescita antecedenti alla pandemia, ma che confermano un trend ormai irreversibile e che lascia ipotizzare il pareggio con il contante entro il 2025».

Un altro dato significativo è la predilezione degli italiani per i pagamenti contactless, quindi tramite carta in modalità senza contatto, smartphone o dispositivo indossabile, che hanno raggiunto un valore di 240 miliardi di euro (+25% rispetto al 2022), per un numero di transazioni che ha toccato i 6 miliardi.

«Velocità, comodità e sicurezza sono alla base del successo in generale dei pagamenti digitali, apprezzati da un pubblico sempre più trasversale e non più costituito solo dai più giovani - spiega Asaro -. E tale soluzione guadagna spazi non solo a scapito dei pagamenti con carte tradizionali, ma anche di quelli di minore importo, come per un caffè o il giornale, solitamente effettuati in contante. Non a caso, a crescere di più in questa categoria sono i pagamenti innovativi, ovvero quelli effettuati da smartphone e indossabili, famiglia quest’ultima dove ai “più tradizionali” smartwatch e bracciali ora si sono aggiunti anche gli anelli».

Davvero impetuosa è stata poi la crescita degli innovative payments nell’ultimo anno, il cui valore si è attestato sui 35,1 miliardi di euro, segnando un +73% rispetto all’anno precedente. Di questa cifra ben 29 miliardi sono costituiti da pagamenti fatti in negozio, cresciuti del 78% sul 2022. Scomponendola per tipologia, vediamo che la stragrande maggioranza è legata a pagamenti effettuati con smarpthone, utilizzato nel 2023 da 7,6 milioni di italiani per saldare in negozio, a fronte dei 5 milioni dell’anno prima, e in misura minore con dispositivi indossabili sempre basati su tecnologia Nfc. «Ma anche - conclude Ivano Asaro - che 2,1 miliardi sono dovuti a pagamenti attraverso soluzioni che si appoggiano direttamente sul conto corrente (come Satispay e altre app simili)».

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