Anche il nome che diamo ai pensieri, agli oggetti e alle situazioni ha una grande rilevanza. Ho sentito chiamare i collaboratori in molti modi diversi: dipendenti, risorse, staff, squadra… anche in molti modi denigratori… Il modo con il quale i manager si rivolgono ai membri del gruppo è già indicativo del futuro che quel gruppo potrà avere.
Un’azienda ha bisogno di un imprenditore per avviarsi e l’imprenditore ha bisogno di un buona gestione manageriale per raggiungere le mete che si è prefisso. Senza però l’energia e il lavoro di impiegati, operai, camerieri, venditori, trasportatori, magazzinieri… e quindi senza tutte quelle azioni pratiche che consentono la produzione, la vendita, il servizio e la consegna del prodotto/servizio per soddisfare i clienti, l’azienda non potrà avere un futuro prospero.
In precedenti articoli abbiamo trattato aspetti diversi che un leader deve affrontare: selezione, inserimento, formazione e motivazione del proprio team. Ma ci sono pure aspetti tecnici come la misurazione del valore e delle performance. Harvard David McClelland affermava che la competenza del personale prediva il futuro successo dell’azienda. Gli skills (competenze e caratteristiche) di un collaboratore influiscono sulle performance e incidono sui risultati globali del gruppo. Ma prima di procedere alla valutazione delle risorse interne si dovrebbe fare una valutazione sulla formazione impartita ai collaboratori.
In un mercato sempre più competitivo in termini di produttività, livello di servizio richiesto e qualità dei prodotti forniti, è determinante valutare l’apporto che un collaboratore può dare alla competitività del ristorante. Da ciò nasce l’esigenza di valutare, incoraggiare, formare e sviluppare performance a cinque stelle.
Serve quindi accertarsi, in fase di valutazione, di aver scelto la persona giusta per il posto giusto, indirizzarla verso gli obiettivi richiesti, formarla accuratamente; poi si potrà passare alla valutazione delle performance (e non già della persona!).