Vilòn, il nome dell’hotel che racchiude il ristorante Adelaide come in uno scrigno, nella Kabala indica quei passaggi della vita che puntano a migliorare la condizione dell’anima. Come accade soggiornando nel salotto di casa affacciato su un terrazzo verde. Un’atmosfera di benessere che l’arch. Giampiero Panepinto ha ricreato sia nel ristorante, per l’interior design, sia nel lounge bar In Salotto, conservando integralmente la struttura esistente e gli spazi interni ed esterni.
Un’ambientazione accogliente ed elegante, generosa di quadri e pezzi d’antiquariato, in nome della moglie del principe Scipione Borghese, che a metà Ottocento trasformò quest’ala del palazzo di famiglia nella Prima Scuola per Fanciulle Povere. E sono proprio i tanti i particolari, i materiali, le texture, oltre al contrasto dei colori che diventa armonico, a catturare l’attenzione degli ospiti del ristorante capitanato da Gabriele Muro. Come la tappezzeria verde smeraldo, la boiserie in legno scuro, la libreria-espositore di oggetti antichi, i ventilatori d’antan, i pannelli a soffitto in legno rivestito con paglia di Vienna, il pavimento in legno di rovere nero trattato a taglio sega, i tavoli con piano in vetro retro verniciato bordati in ottone, le sedute imbottite rosa shocking. Tutto realizzato su disegno da abili artigiani. Un’atmosfera coloniale quasi esotica, tra citazioni di viaggio e lontane geografie, che ha il suo contraltare nel verde del patio esterno in seminato lavato.