Per la prima volta la società di consulenza Pambianco Strategie di Impresa ha dedicato uno studio al settore delle aziende italiane nel comparto catering e banqueting di qualità per eventi privati e aziendali.
Dai risultati emerge che nel 2017 il giro d’affari ha superato i 90 milioni di ricavi, con un incremento dell’ 8% rispetto al 2016; le indicazioni in arrivo da alcune di queste società mostrano un ulteriore incremento durante il 2018. Anche la marginalità, misurata in ebitda, evidenzia un segno positivo con un’incidenza sui ricavi complessivi superiore al 10 %.
Come già avviene per i ristoranti, Pambianco ha anche stilato una top ten. Prima classificata di questa prima edizione è la società controllata dalla famiglia Cerea “Da Vittorio”, che fonda proprio sulle attività di catering la maggior parte dei propri introiti. Nell’anno in esame, il 2017, ha raggiunto i 17,9 milioni di ricavi.
Com’è noto, l’attività dei Cerea comprende anche il ristorante tre stelle Michelin a Brusaporto (Bg) e i locali di Shanghai e St. Moritz ai quali cui dovrebbe a breve aggiungersi quello di Macao. Sono inoltre presenti nella ristorazione collettiva top con il marchio Vicook.
In seconda posizione nella top-ten troviamo un operatore “puro”, Relais Le Jardin, con base operativa a Roma e 17,4 milioni di fatturato; al terzo c'è la It Firenze, proprietaria del marchio Galateo, con base a Milano e Firenze, con poco più di 10 milioni di incassi; seguono Essebi-La Fenice con 8,8 milioni, Gerist (gruppo Camst) con 7,8 milioni, Palombini, Le Voila, Rosa Salva, Salza Catering e Caffè Scala.
Sono sempre più gli chef stellati che diversificano la propria attività nella fornitura di servizi esterni, due nomi per tutti: Bottura e Enoteca Pinchiorri che collaborano con Galateo. Una stima complessiva del numero di operatori attivi in catering e banqueting, arriva dalla neonata Anbc – Associazione nazionale catering e banqueting, costituita lo scorso novembre in seno a Fipe-Confcommercio - che riferisce di circa tremila società dislocate su tutto il territorio nazionale. Questo numero comprende non solo gli specialisti, che dovrebbero essere circa seicento, ma anche gli operatori occasionali.