Tra i trend alimentari più forti degli ultimi anni c’è quello della dieta a base vegetale. Secondo il Rapporto Eurispes 2021 l’8,2% della popolazione italiana sceglie un’alimentazione di questo tipo. In particolare il 5,8% dichiara di essere vegetariano e il 2,4% di aderire a uno stile alimentare in linea con i precetti vegani – che, ricordiamolo, escludono il consumo di prodotti di origine animale. Negli ultimi due anni – guardando alle risposte su vegetarianesimo e veganesimo unificate – i valori si sono attestati sopra la media (calcolata dal 2014 in avanti). Per molti che ancora non hanno mai provato una dieta senza carne o prodotti di origine animale, siamo nel pieno del mese giusto: anche in Italia, infatti, molte realtà del food aderiscono a Veganuary, il mese dedicato proprio alla riduzione del consumo di prodotti di origine animale. Si tratta di un progetto partito in Gran Bretagna e che da qualche anno vive una certa fortuna anche in Italia (ha toccato 209 Paesi nel mondo e ha fatto registrato, nel 2021, 580 mila iscritti). Lo scorso anno il nostro Paese si è piazzato al settimo posto mondiale come numero di iscrizioni, oltre 31.000; Milano si è collocata al quarto posto tra le città col più alto numero di partecipanti. A livello globale le iscrizioni già registrate questo mese - dunque con ancora metà del tempo a disposizione - hanno permesso all'iniziativa di raggiungere i 2 milioni di partecipanti dal 2014 ad oggi.
Una rinuncia di "prova", per 30 giorni
L’invito a rinunciare ai prodotti animali per un mese ha conquistato i social, innanzitutto: secondo una ricerca condotta dal servizio di prenotazioni online TheFork, su Instagram le menzioni per l’hashtag #vegan superano i 105 milioni e quelle per #veganuary sono più di 1 milione. TheFork ha coinvolto i suoi utenti in un sondaggio dedicato a questo tipo di scelta alimentare. Il 30% sostiene di aver approfondito la propria sul veganesimo grazie ai social media. Il 19% ha dichiarato di conoscere l’iniziativa Veganuary e di questi l’8,5% ha aderito sin dal 1° gennaio. Le tipologie di ristoranti più apprezzati sono, nell’ordine, quelli che offrono la cucina vegetariana (71%), quella vegana (17%) o la meno nota crudista (6%), che prevede il consumo di soli alimenti crudi.
Dopo il test, l'80% mantiene la nuova abitudine
Il test della dieta vegana può generare comportamenti di consumo consolidati nel tempo. Secondo un sondaggio di Veganuary relativo ai partecipanti dello scorso anno, sei mesi dopo aver completato il mese senza carne l’82% ha mantenuto una dieta prettamente vegetale. Il 30% di questi consumatori ha dichiarato di seguire ancora una dieta 100% plant-based, il 38% ha ridotto il consumo di carne del 70%, il 14% lo ha tagliato del 50%.
Eliminare no, ridurre sì: il reducetarianesimo tra i trend del 2022
Il tema dell’alimentazione veg non va pensato solo come un interesse di nicchia. Non sono, insomma, solo i vegani e vegetariani il target dei prodotti alternativi a quelli di origine animale. Tra i top trend per il 2022 Whole Foods Market ha indicato il reducetarianesimo, il regime dei consumatori che riducono i consumi di carne e sono attratti dal veganesimo, ma non sono ancora pronti ad abbandonare del tutto gli alimenti animali. Ne riducono la presenza nella dieta, questo sì. Ed ecco che torniamo al mese della “prova”. Molte le aziende della ristorazione e le catene che hanno scelto di aderire a questa iniziativa, proponendo alternative cruelty free e vegetali nei loro menu. I supermercati Aldi propongono prodotti veg, le catene come Rossopomodoro, Capatoast, Hamerica’s e Flower Burger offrono opzioni vegetali. Coinvolti anche servizi di spesa a domicilio e delivery come Macai e SanaSana, l’app di prenotazione ristoranti TheFork e quella per pasti aziendali PerPranzo.