Nuovo giro di vite del Governo per arginare la diffusione del contagio da Coronavirus. La scorsa notte il Presidente del consiglio Giuseppe Conte ha firmato un nuovo provvedimento che estende a tutta Italia le restrizioni previste dall’articolo 1 del Dpcm dell’8 marzo per la cosiddetta “zona arancione”, ovvero i territori con il più alto numero di contagi (Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio-Emilia, Rimini, Padova, Treviso, Venezia, Alessandria, Asti, Novara, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola e Pesaro e Urbino).
Il nuovo provvedimento, il Dpcm 9 marzo 2020 (trovate il testo integrale e potete scaricarlo in fondo all’articolo, così come le Faq del Governo sul decreto), le cui disposizione entrano in vigore dal 10 marzo fino al 3 aprile, rende di fatto l’intera Penisola una “zona protetta”.
La ratio che guida il provvedimento è vietare «ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico», come il nuovo provvedimento recita all’art. 1. Per quanto riguarda bar e ristoranti, pertanto, la chiusura delle attività dalle 18 alle 6 viene estesa a tutto il territorio nazionale.
Come già previsto dal precedente documento, durante l’orario di apertura, dalle 6 alle 18, bar e ristoranti dovranno far rispettare la distanza di sicurezza tra gli avventori di almeno un metro, obbligo che ricade sul gestore che in caso di violazione rischia la sospensione dell’attività.
Il Governo ha inoltre chiarito che il limite orario dalle 6 alle 18 è riferito solo all’apertura al pubblico. L’attività dei locali può dunque proseguire negli orari di chiusura al pubblico attraverso il servizio di consegne a domicilio. Sarà cura di chi organizza l’attività di consegna, quindi dello stesso esercente oppure della piattaforma di delivery, evitare che il momento della consegna preveda contatti personali.